domenica 22 novembre 2009

Nikko!

Dopo la bellissima visita di Miyajima abbiamo preso il treno ad alta velocità che in 4 ore e 30 ci ha portato a Tokyo.
Il giorno seguente, secondo il nostro itinerario, dovevamo andare a Nikko, dove ci sono bellissimi complessi di santuari shintoisti.
In treno abbiamo conosciuto Giorgio, un ragazzo svizzero in vacanza che ci ha dato alcune indicazioni sul posto che dovevamo visitare e per un pezzo ci ha anche accompagnato.
Arrivati, la prima cosa che abbiamo notato passeggiando è stato il ponte sacro Shinkyo ,che conduce direttamente alla cittadella sacra immersa in un bel bosco all'interno del parco nazionale.



Entrati nella cittadella sacra, come al solito abbiamo dovuto fare tutto di fretta per colpa degli orari improponibili del Giappone.
Essa si sviluppa lungo una strada che parte dal ponte sacro per circa un paio di kilometri: è molto bella soprattutto in autunno perchè si colora di rosso e giallo :)
Di interessante in questo posto abbiamo trovato dei bellissimi templi dal sapore barocco pomposamente (quasi troppo forse) decorati, pagode coloratissime, giardini zen, torii, lanterne e soprattutto aceri rossi che davano un tocco di colore al paesaggio.
Inoltre abbiamo visto le famose scimmie del "non dico il male, non vedo il male, non sento il male", protettrici di questo luogo sacro.


Due pecche da sottolineare: la prima è che il posto è IMPESTATO di turisti, una ressa assurda (abbiamo beccato tra l'altro qualche centinaio di ragazzi di qualche accademia militare in visita... mah); la seconda che oltre a pagare per il complesso si paga ancora (all'italiana) per vedere le cose più interessanti, tipo la tomba di Tokugawa Ieyasu.
Però, se posso dire, credo che sia uno dei luoghi del Giappone che ASSOLUTAMENTE vanno visitati.

domenica 15 novembre 2009

Hiroshima e Miyajima

Ciao amiciciiiii! Scusate l'interruzione ma il ritorno in Italia è stato tragico...sia io che Dario abbiamo avuto qualche problema di fuso orario quindi passavamo le giornate insonnoliti e le notti insonni -.- (non molto carino!)
Comunque eravamo arrivati a raccontarvi la bellissima esperienza dell'hotel ACTIVE! a Hiroshima...
Il giorno seguente, dopo una bellissima dormita in questo hotel, abbiamo appunto visitato Hiroshima...diciamo che non c'è molto da visitare perchè dopo il 6 Agosto 1945 della vecchia città industriale e studentesta non sono rimaste che le rovine del palazzo della promozione industriale dove intorno vi hanno costruito un intero parco commemorativo per la Pace.


La mattinata l'abbiamo spesa nel museo dove in maniera completa ed esaustiva veniva spiegato tutto ciò che riguardava il periodo della seconda Guerra Mondiale, lo sgancio della bomba e il bruttissimo perido post...


Il museo è risultato veramente molto interessante infatti siamo entrati alle 10 della mattina e siamo usciti alle 3 del pomeriggio...con una gran fame!!!
Il resto del pomeriggio l'abbiamo speso girando per il centro della città pieno di negozietti carinissimi *_*!


La giornata successiva siamo andati a Miyajima un'isoletta da dove si può ammirare una delle 3 viste panoramiche più belle del Giappone.

Come prima cosa siamo andati a caccia di scimmie salendo con la funivia sulla cima del monte Misen.


Da li abbiamo intrapreso il sentiero che portava al punto panoramico...



Per poi iniziare con la discesa del monte che ci ha occupato gran parte della giornata...
Ne è comunque valsa la pena perchè a metà strada abbiamo trovato un bellissimo complesso di templi pienamente immersi nella natura...


L'ultima tappa della nostra giornata è stata il tempio sull'acqua; per nostra sfortuna c'era la bassa marea quindi potremmo dire che abbiamo visto il tempio sulla laguna...
Comunque la vista del Torii al tramonto valeva proprio la pena...


mercoledì 11 novembre 2009

Himeji e Okayama: corsa contro il tempo


La giornata di passaggio tra Kyoto e Hiroshima era stata progettata come una specie di tour de force. Infatti, lungo il percorso tra le due città, si trovano il famosissimo Castello di Himeji e il meno famoso Castello di Okayama, vicino al giardino Koraku-en.
Partiti di buon mattino, siamo arrivati ad Himeji in perfetto orario e abbiamo trovato una bellissima (ma freddina) giornata di sole, ideale per le foto al castello (anche se Lord preferisce le nuvole perché con il sole i colori non sono quelli naturali!). Comunque, posso dire che se è così famoso, c’è un perché: è davvero imponente e molto ben tenuto. L’unico problema è che, siccome nessuno ci abita, non c’è il riscaldamento. E, quando fa freddo, fa freddo davvero. Aggiungete il fatto che per entrarci vi fanno togliere le scarpe e girare in calzetti ed ecco che potete intuire il nostro dolore. Tralascio i dettagli e lascio parlare le foto:



Finita la visita, siamo tornati in stazione per scoprire che avevamo perso il treno per 10 minuti (“ma vuoi che ne passi uno ogni ora?” disse Katia) e quindi ne abbiamo approfittato per mangiare.
Saliti sul successivo, in breve tempo siamo arrivati nella ridente Okayama. Salendo su un tram stile anni ‘20, alla faccia delle modernissime metro, ecco che in un baleno davanti a noi è comparsa la sagoma nera del Castello di Ujo, il “castello del corvo”, così chiamato per il fatto di avere tutte le mura degli edifici completamente nere. Certo che in Giappone sti colori si conservano proprio bene! Aspetta… ah no, ecco chiarito: il castello è stato RASO AL SUOLO durante la Seconda Guerra Mondiale e la ricostruzione è datata 1966.
Prima del Castello però abbiamo deciso di sfruttare gli ultimi momenti di sole per visitare il giardino di Koraku-en, considerato uno dei tre più belli del Giappone, che tra l’altro prende a prestito il castello come sfondo per i suoi prati (prati di erba, una rarità in Giappone dove i giardini sono normalmente fatti di muschio, dato che non sono fatti per essere utilizzati ma ammirati). Anche questo, come Himeji, non mente alla sua fama. Di fronte a noi prati, collinette, stagni e pianti varie compongono un mosaico che ci lascia davvero ammirati.




Avvicinandosi però le 16.30, ora in cui tutto in Giappone smette di funzionare (o meglio, tutto ciò che è turistico: i templi, castelli, monumenti ecc. chiudono TUTTI al massimo alle 17.00, cascasse una meteora), ci dirigiamo al castello, dove scopriamo che invece dei 300 yen previsti ne dovremo pagare 800 grazie ad una qualche esposizione speciale che ha luogo proprio in questo periodo. Vabbè… peccato che, alla fine, la mostra fosse quasi solo in giapponese e nemmeno particolarmente interessante. Il castello volendo ce lo si gode benissimo anche da fuori, senza entrare.


Finita la visita entro i tempi previsti, andiamo in stazione dove il treno per Hiroshima ci attende con la consueta puntualità. Siamo degli organizzatori eccezionali!
Ad Hiroshima la prima tappa è l’ufficio informazioni, per chiedere A) dov’è il nostro albergo e B) se c’è qualcosa da vedere oltre al memoriale della Bomba Atomica. All’ufficio incontriamo una signorina giovane, gentilissima e stupendamente fluente nell’inglese (“Sorry, do you speak english?” “Just a little bit”) che ci riempie di carte, mappe e orari di tutto ciò che volevamo vedere a Hiroshima e dintorni.
È soprattutto grazie a lei che ben presto troviamo il nostro albergo, l’Hotel Active! (sì, col punto esclamativo, ve l’avevo già detto in uno dei post all’inizio del blog) che, per circa 30€ a testa ci dà: 5 persone alla reception simpatiche e disponibili che però tutte insieme non conoscono che 50 parole d’inglese; un albergo davvero bellino, arredato con stile e molto pulito; 2 computer nella hall a disposizione gratuitamente + la connessione internet in camera; televisione; sali da bagno, cuffia, rasoio, spazzolino, bagnoschiuma, shampoo e balsamo, asciugamani, ciabattine ed accappatoi; bibite gratuite ad OGNI piano; colazione a buffet con abbondante varietà di cibi orientali, occidentali e occidentali nel senso italiano; consigli su dove mangiare ottimamente azzeccati. Ringrazio sentitamente Plutone di Hardware Upgrade che ce l’ha consigliato e a mia volta lo consiglio a CHIUNQUE vada ad Hiroshima.


La serata, complice anche la giornata pienissima, è stata piuttosto scialba: siamo andati a mangiare a 20 metri dall’albergo, in un posto buono e che definire economico non basta, dove siamo rimasti a discutere, per lo più di amenità, per almeno 2 ore, tra le facce stupefatte ed incredule degli inservienti, abituati al giapponese tipico che ordina una scodella di 2 etti di riso con la carne, la mangia in circa 3 minuti (e non sto scherzando), paga e se ne va. Sembra di vedere i pit stop della Formula 1.

domenica 8 novembre 2009

Incontri in Giappone - Pt. 2

Eccoci con la seconda parte sui personaggi famosi del Giappone. Dopo aver visitato Kamakura è stato il tempo del Fuji, dove speravamo di godere di natura incontaminata e foto da panorami incantati. Invece, come avrete già letto, abbiamo trovato nuvole e pioggia. Ma abbiamo anche fatto ben 2 incontri: le gentilissime signore della pro loco locale e il nonnino dichiaratosi nostra "guida gratuita per la città di Shinfuji". Di entrambi ho parlato ampiamente nel post sul Fuji e quindi vi rimando a quello per le dovute letture.
Peró qui di seguito vi metto le foto: le signore



Il nonnino


Il personaggio (le personaggie) successive sono, da destra a sinistra, Emiko, Miharu e Tomoko (speriamo di aver fatto giusto, nel caso scusateci!), ossia le nostre guide, collaboratrici e amiche per il karaoke a Sendai. A loro - e a Emiko in particolare, va un sentito grazie per averci tirato fuori dal consueto "loop anglo-giapponese" che rischiava di rovinarci la serata e per averci permesso di godere appieno del giapponesissimo passatempo del karaoke.


A Kyoto poi abbiamo incontrato Satoko, la nostra free guide, trovata tramite una fortunata quanto volta a tutt'altro ricerca. A lei va un grande ringraziamento perchè, come spiegato nel post sulle guide, ci ha organizzato tutta la sessione esplorativa di Kyoto che, pioggia e soldi (a forza di 500 yen a tempio abbiamo speso un patrimonio) a parte, è stata davvero speciale. La città infatti, in alcune aree, è rimasta infatti intatta come appariva in passato e ci ha consentito quindi di appagare in parte il nostro desiderio di conoscere il Giappone tradizionale.
Tornando a Satoko, abbiamo anche conversato a lungo e finalmente abbiamo potuto avere anche tante risposte a domande che ci premevano. Oltre alle piú serie, abbiamo anche indagato sui gusti alimentari dei giapponesi, scoprendo che non ritengono una bestemmia mangiare dolce e salato (p.s. ieri abbiamo visto una tipa mangiare un hot dog con senape bevendo caffelatte... da morire). Aggiungo che le abbiamo regalato una bottiglia di passito di moscato e che, consegnandogliela, l'abbiamo pregata di NON berlo durante i pasti. La sua risposta è stata: "Oh?! Why?". DANG! Grande Satoko!



Un altro personaggio, che meriterebbe una nota lunga e accurata ma che invece non descriveró perchè ritengo non riuscirei a darle il giusto onore è Mahana, una giovanissima - ma già abile - Maiko (18 anni!) - ossia una Gheisha - che abbiamo potuto incontrare in una ochaya (casa da the). Davvero emozionante!



Mi stavo poi quasi dimenticando del maestro XXXX, nostro tutore per la cerimonia del the. Magari non c'è stata grande interazione (parlava poco inglese) ma è stato molto professionale e anche gentile, consentendoci di non stare in "seiza" (in ginocchio coi piedi sotto al sedere, per capirci) se non ce la sentivamo. C'abbiamo provato a resistere ma è durato solo pochi minuti, poi il dolore ha preso il sopravvento.


sabato 7 novembre 2009

Kyoto...l'antica capitale del Giappone

Essendo Kyoto molto grande e i giorni a nostra disposizione pochi abbiamo dovuto fare una scaletta dei posti da vedere…meno male che c’era la nostra cara giuda ad aiutarci nella scelta!!!
Il primo giorno l’abbiamo speso andando a vedere il Tenryuji Temple con annesso il suo bellissimo giardino…
Come si può notare dalle foto…


Dietro al tempio c’era una spettacolare foresta di bamboo giganti…


Vista la nostra ormai indiscussa velocità lo stesso giorno siamo riusciti a visitare anche il tempio di Sanjusangento e le sue 1001 statue di Kannon (erano realmente così tante!)
Sfortunatamente all’interno di questo tempio non era possibile fare foto!
Il resto del pomeriggio l’abbiamo speso partecipando ad una interessantissima cerimonia del te e facendo shopping di Yucata…camminando a piedi per mezza città!


Il giorno seguente ad aiutarci nella nostra scoperta di Kyoto c’era la nostra Guida Satoko.
La mattina abbiamo visitato Kinkaku-Ji chiamato dai turisti “Il padiglione d’oro”, la struttura è totalmente rivestita da lastre d’oro, inoltre essendo posizionato in mezzo ad un laghetto gli effetti prodotti dal sole sono veramente spettacolari!


Poi abbiamo visitato il castello di Nijo la cui particolarità sono i pavimenti che grazie a delle ingegnose tecnologie cinguettano al passaggio.
Il pomeriggio l’abbiamo trascorso in una casa da tè nella zona Gion in compagnia di Mahana un’affascinate Maiko che ci ha deliziato con danze e curiosità.


L’ultimo tempio della giornata è stato Kiyomizu - Dera, peccato per la pioggia e il freddo perché la vista panoramica sembrava veramente carina.
Tornati in stazione dopo una piccola pausa /cena a base di sushi siamo tornati in ostello fradici e stanchissimi….

L’ultimo giorno a Kyoto l’abbiamo speso visitando una parte di Kyoto che si chiama “Passeggiata del Filosofo” una strada di ciotoli molto caratteristica che segue un piccolo corso d’acque e che raggiunte vari templi.


Ovviamente il tempo non è stato un nostro amico e a metà giornata un’acquazzone ci ha raggiunti...
Il tempio più interessante che abbiamo visitato è “il padiglione d’argento” (che in realtà non è stato finito quindi è di legno) con il suo bellissimo giardino zen contornato da alberi nelle tonalita dell‘arancione e rosso.


venerdì 6 novembre 2009

Tra gattini e cerbiatti…

Ed eccoci arrivati a Kyoto città di Geishe e okonomiyaki.
Il primo giorno in questa metropoli, secondo la tabella di marcia consegnataci dalla nostra Free Guide Satoko, lo dovevamo spendere andando a visitare il tempio di Fushimi Inari dai tantissimi torii rossi e visitando Nara …e cosi abbiamo fatto!
Gambe in spalla siamo arrivati in questo bellissimo tempio dedicato alla dea della fortuna (una volpe).
La bellezza di questa luogo era la passeggiata attraverso i 10000 torii che si sviluppava tra laghi e colline per una lunghezza di 4 kilometri (solo andata)!


Ormai le nostre gambe allenate ci hanno consentito di svolgere tutto il percorso arrivando fino in cima; dove, oltre al tempio, abbiamo trovato una bellissima famigliola di micini anche loro rossi (kawaiiiii!!!!).


La giornata è continuata a Nara una bellissima cittadina con moltissimi templi e giardini.
Oltre a ciò la sua particolarità era la presenza di cervi ai quali potevi dare da mangiare!



A Nara abbiamo trovato l'edificio in legno più grande del mondo (che potete ammirare nella foto). Al suo interno c'era il Buddah in bronzo più grande del mondo, alto 16 metri.

giovedì 5 novembre 2009

Dove siamo?


No, non ci siamo persi.

Questo post vuole semplicemente ricordarvi che non siamo morti, non ci siamo persi e nemmeno ci siamo dimenticati di voi assidui e affezionati lettori.
Però siamo stanchi in questi giorni, quindi capiteci.
Comunque, per un rapido aggiornamento, siamo stati a Kyoto, Nara e poi ci siamo spostati a Hiroshima, dalla quale ripartiremo domattina per goderci gli ultimi giorni a Tokyo prima di tornare.

Visto che domani abbiamo 5 ore di treno (per fare 900 e passa kilometri), dovremmo riuscire a raccontarvi di Nara e Kyoto.

A presto!

martedì 3 novembre 2009

Termeeeeee^_^

Dopo le avventure di Sendai e il suo bellissimo Karaoke siamo stati subito pronti per la tappa, forse, più attesa: le terme di Takaragawa. In fretta e furia ci siamo avviati verso la stazione, timorosi di perdere il treno che ci avrebbe costretto a rinunciare a preziose (e costose) ore nella nostra spa. Ma per fortuna siamo riusciti ad arrivare sani, salvi e puntuali! L’edificio che ospita le terme è particolarmente suggestivo, interamente in legno e situato in un stretto passaggio tra due montagne scavato dall’acqua del torrente termale nel corso degli anni. All’interno della struttura è obbligatorio utilizzare le ciabattine che ci sono state fornite, visto che, come in tutte le case giapponesi, l’uso delle scarpe è vietato. Inoltre abbiamo dovuto indossare lo yukata (un kimono estivo in cotone, quindi più adatto a temperature non rigide), legato da un obi (una fascia) e, visto che la temperatura non era propriamente mite, ci è stato dato un “soprayukata” (di cui non ricordiamo il nome).



La stanza come potete notare è molto tipica, in stile giapponese, con il tavolino sprovvisto di sedie.


Dal terrazzo invece si può ammirare la nostra Glorius View!



Dopo una breve pausa thè ci siamo quindi avviati verso i bagni pubblici, per poterci lavare prima di entrare nelle terme. Per motivi di privacy non ci è stato concesso di fare delle foto, ma se qualcuno di voi ha visto Ranma ½ o altri anime giapponesi può immaginare facilmente come sono strutturati: una fila di rubinetti/docce a rasoterra, dove ci si può lavare seduti su uno sgabello di legno, sfruttando un catino. La stanza era circondata su due lati dalle terme interne, ove una vetrata di vetro ci permetteva di vedere la strada che dava di fronte, ma che soprattutto permetteva ai passanti di vedere noi. Nudi ovviamente. Dopo la breve sosta nelle terme interne ci siamo spostati in quelle esterne. Le piscine in questo caso erano 4: tre miste, con diverse temperature, e una solo per donne. Nelle terme miste le ragazze potevano indossare l’asciugamano per coprirsi, mentre i ragazzi avevano a disposizione un mini-asciugamano modellato sul giro vita di un classico giapponese. Noi occidentali potevamo quindi decidere se coprire il lato A o B! Ecco alcune foto che siamo riusciti a rubare la mattina presto, quando non c’era nessuno a lavarsi. Dopo il bagno pomeridiano siamo letteralmente crollati dal sonno nella nostra stanza, per poi essere risvegliati dalle cameriere che ci hanno servito la cena in camera, decisamente abbondante: il menù comprendeva pesce, patate e funghi cotti da noi stessi alla brace, la famosa zuppa d’orso, shasimi, riso, zuppa di miso e altri piatti non meglio identificati, come una specie di carne di maiale in gelatina. Dopo cena un inserviente è venuto a preparaci i futon. Tradizionalmente in Giappone si dorme con il materasso poggiato direttamente su un rivestimento in legno del pavimento (detto tatami), quindi niente materassi a molla. Ma non è scomodo come si può inizialmente pensare, la notte infatti abbiamo dormito di gusto, non prima ovviamente di un bel bagno notturno!



La mattina sveglia presto e colazione giapponese a base di riso, pesce e uovo semibollito, per poi partire per la prossima tappa, la capitale storica del Giappone: Kyoto! Se mai andrete in Giappone, una sosta alle terme di Takaragawa è assolutamente consigliata; non neghiamo che il prezzo è stato alto, 120€ a testa (ma con cena in camera e Glorius View, mica robette quindi!), ma il servizio che ci è stato dato e l’atmosfera di un bagno notturno in questo posto così suggestivo vale interamente il prezzo.
Michele