giovedì 29 ottobre 2009

Arrivo a Sendai


Il giorno dopo la missione al Fuji, armi e bagagli in mano (primo tentativo di chiudere le valigie: riuscito), siamo andati a prendere il treno per Sendai (che faticaccia quando non ci sono le scale mobili...). Sapevamo che non ci sarebbe stato molto da vedere e quindi ci eravamo preparati per una giornata di relax. L'unico luogo degno di nota citato nelle guide infatti è il castello di Aoba, costruito da Date Masamune, detto "il drago con un occhio solo". Dopo una buona mezz'ora di scarpinata in collina in salita (alla faccia del relax), abbiamo scoperto che ció che chiamano castello in realtà è composto da qualche pezzo di mura e la ricostruzione della porta d'ingresso... fortunatamente in questo posto abbiamo trovato un festival di danze tipiche coi ventagli e al ritmo di "sore! sore! are are are are!" ce la siam passata via mangiucchiando dolcetti e scoprendo che quello chiamato "cima del Fuji", comprato il giorno prima, è davvero buono e vicino ai nostri standard di gusto.


Il resto della giornata è stato speso nella via commerciale, davvero lunga e completamente coperta (cosí quando piove si puó far shopping! nota di Katia). La sera decidiamo di provare la specialità tipica: lingua alla griglia. Un po' costosa ma buona davvero. Al ristorante, un localino davvero piccolo ma segnalatoci come "ichiban" (il migliore) dall'albergo, Michele ci ha deliziato prima salendo con le scarpe sul tatami (ha ricevuto occhiataccie omicide per questo) e poi tentando di trovare una posizione per mangiare sui tavolini bassi giapponesi, ovviamente senza sedia (cosa che ha richiesto qualche "gomenasai" rivolto agli altri clienti...).


Dopo cena abbiamo deciso di provare il karaoke. Entriamo e chiedo al tizio al banco se parla inglese. Quello ridacchia nervosamente, facendo segno di no e coinvolgendo la collega fianco. Tentiamo di conversare ma con scarso successo, mentre il primo tizio se ne va, per tornare poco dopo con un altro dicendo "he english". Il nuovo arrivato mi vede, spiaccica 2 parole in croce e poi fugge. Torna con un quarto dicendo "he english!". Pure questo, dopo qualche parola, sparisce, come pure un'altro. Tornano con 5-6 ragazze delle superiori, alle quali ripetono incessantemente "arigatou" e "gomenasai". Pure queste ragazze non sembrano particolarmente ferrate, ma spunta dal gruppetto una che incredibilmente ci capisce e si fa capire! Insomma, capiamo quanto costa, come funzionano i complicatissimi telecomandi per il karaoke giapponesi e che loro lo praticano in sale private, senza alcuna sala comune. Noi, che invece volevamo vedere i giapponesi in azione, chiediamo se si puó fare. I gestori del locale, che ormai ci volevano soddisfare a tutti i costi, chiedono alle ragazze se ci possono ospitare. Queste rispondono che si potrebbe anche fare, ma sono già in 30... rispondiamo invitandole nella nostra sala, se hanno voglia.


Dopo una mezz'ora che siamo lí da soli, in 3 effettivamente ci raggiungono! Cerchiamo canzoni da cantare insieme e l'unica alla fine risulta essere "last christmas" degli wham! LOL! Passiamo allegramente il resto della serata fino al momento dei saluti. Foto di rito e poi allungano per darci la mano. Michele si avvicina e dà i 2 classici bacetti sulla guancia alla prima. Gridolini, risate e occhi sbarrati accolgono il gesto. La seconda raggiunge una tonalità di rosso che ci ricorda l'Italia e la Ferrari. Beh, insomma, alla fine anche a Sendai ci siamo divertiti.

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